Vini piemontesi in omaggio a tutti gli uffici diplomatici d’Italia all’estero – Dentro la notizia

Fornire come omaggio una selezione di vini piemontesi alle ambasciate, ai consolati, agli istituti di Cultura e agli uffici diplomatici italiani nel mondo.Questa, in estrema sintesi, laproposta del giornalista canellese Filippo Larganà,diffusa tramite il suo blogwww.saporidelpiemonte.netUn progetto di ampio respiro, che potrebbe e dovrebbecoinvolgere tutto o gran parte del mondo del vino piemontese.Secondo Larganà, questo potrebbe essere il momento giusto perrispolverare la promessa che fece Romano Prodi a Canelli un quarto di secolo fa.Nel 1998, in un gremito Teatro Balbo, l’allora presidente del Consiglio partecipò a un’assemblea di Assomoscato, l’associazione che raggruppa i produttori di uve moscato bianco che servono per fare Asti Spumante e Moscato d’Asti. In quell’occasioneProdi disse: “L’Asti spumante servirà ai brindisi in tutte le ambasciate italiane nel mondo. Magari lo porto anche al G8, chissà che aiuti”. Standing ovation, anche sela promessa non fu mai mantenuta.A 25 anni di distanza, tuttavia, Larganà si chiede se quel progetto possa essere attualizzato e realizzato. Tra mille altre incombenze,gli uffici diplomatici d’Italia all’estero potrebbero fare da ponte al “made in Italy” anche per il vino piemontese.Per mettere giù un paio di idee e di costi, valutandone la fattibilità, basterebbe un giro di telefonate tra presidenti di Consorzi, assessori regionali, associazioni di categoria, enti di promozione turistica.“Il 19 marzo apre il ProWein di Düsseldorf, tra un paio di settimane ci sarà il Vinitaly di Verona, molte aziende e molti consorzi ci saranno e sono impegnatissimi, però un paio di minuti per parlare di unprogetto tutto sommato fattibile, se si vuole, e che potrebbe portare acqua al mulino della promozione del vino piemontese, potrebbero trovarsi”, concludeFilippo Larganà.Non varrebbe la pena ragionarci sopra?