Governo mediatico vs Esecutivo del reale
Con Forza Italia e Fratelli d’Italia in buona sostanza tacitamente concordi (del resto, i due partiti citati erano alleati della Lega alle elezioni) ed il Partito Democratico alle prese con le ormai consuete divisioni interne e sostanzialmente ancora alla ricerca di una nuova (o vecchia, visto che Renzi è rispuntato all’orizzonte) identità, il governo M5S-Lega ha gioco facile nel promuovere le proprie decisioni. O meglio, nell’annunciarle con grande risalto social e mediatico perché, almeno finora, ai roboanti annunci hanno fatto seguito più marce indietro che fatti concreti. Ciò nonostante, stando alle ultime rilevazioni statistiche, continua la “luna di miele” con gli italiani, con particolare riguardo per la Lega salviniana che vola nei sondaggi.
Un fenomeno di ambito mediatico, ancor prima che politico, perché, come già scritto in passato, i leader del governo (e gli staff mediatici cui si appoggiano) hanno saputo intercettare ed indirizzare le paure ed i desideri di gran parte dell’elettorato. Con particolare riguardo per l’allarme migranti, comunque più percepito che reale, cinicamente cavalcato da Salvini che non perde occasione per postare sui social qualsiasi notizia possa metterli in cattiva luce.
Arrivando fino al paradosso, davvero clamoroso per un ministro degli Interni, di vedersi smentire da una prefettura (quella di Vicenza, area in cui un migrante affetto da tubercolosi ha fatto perdere le tracce e “generato” un tweet del ministro che ha ipotizzato il rischio epidemia), ovvero un organo decentrato dello stesso ministero dell’Interno. Parallelamente, forse anche per non vedersi scavalcato dal collega sulle prime pagine dei giornali, Di Maio è tornato con forza sull’ipotesi di chiusura domenicale degli esercizi commerciali.
Idea che offre l’impressione che – anziché cercare di attuare politiche volte a migliorare le condizioni di lavoro di chi opera nella Grande Distribuzione Organizzata, con maggior turnazione e stipendi migliori – il governo preferisca optare sempre per la via più semplice. Che, purtroppo, non è quasi mai quella migliore.