Fiori ai defunti e caro energia: Sos dei vivai in crisi

Diego Furia (Coldiretti Asti) “Facciamo scelte consapevoli. Prediligiamo il Made in Italy”

Più di due italiani su 3 (69%) hanno deciso di acquistare piante e fiori in occasione delle festività di ognissanti e dei morti, in una ricorrenza che resta tra le più radicate della tradizione nazionale.

Una ricorrenza particolarmente sentita e, contestualmente, molto attesa anche per la floricoltura nazionale che, proprio in questo periodo, realizza circa 1/5 del proprio fatturato, seppur alle prese con una drammatica crisi scatenata dall’aumento dei costi di produzione legato alla guerra in Ucraina.

Tra i fiori più acquistati si confermano i crisantemi con prezzi che vanno da 1,5 ai 3 euro, con picchi fino ai 20 euro, quando proposti in mazzi o vasi.

A causa dei rincari energetici, anche per i vivai le spese sono mediamente raddoppiate (+95%) con punte che vanno dal +250% per i fertilizzanti al +110% per il gasolio o al +1200% per il metano da riscaldamento delle serre (fonte: analisi Coldiretti). Non scevri dai rincari anche gli imballaggi, dalla plastica dei vasetti per i fiori (+72%) al vetro (+40%) fino alla carta (+31%) per i quali si allungano oltremodo anche i tempi di consegna. Da non sottovalutare, infine, i costi dei trasporti in un Paese in cui l’85% delle merci viaggia su gomma.

Una situazione pesante che, inevitabilmente, rischia di gravare anche sulle vendite, favorendo illegalità e fenomeni criminali. Per evitare di cadere nelle trappole del mercato e alimentare l’abusivismo è opportuno evitare venditori improvvisati e preferire l’acquisto, se possibile, direttamente dai produttori, ricordando che acquistando fiori italiani si sostengono le imprese, l’occupazione, il territorio e l’ambiente.

“Il florovivaismo – ricorda il Presidente Coldiretti Asti Marco Reggio – è un comparto strategico per il nostro Paese e vale 2,5 miliardi di euro garantendo 200mila posti di lavoro e 30mila ettari di territorio coltivati da 21.500 imprese coinvolte fra produzione di piante e fiori in vaso (14mila) e piantine da trapianto (7.500)”.

A gravare sul comparto, dunque, oltre la crisi energetica anche le importazioni dall’estero cresciute del +59% nei primi sette mesi del 2022, rispetto allo stesso periodo del 2021, con oltre 2/3 (71%) rappresentati dagli arrivi dall’Olanda.

Fra gennaio e luglio di quest’anno gli arrivi di piante e fiori hanno raggiunto i 508 milioni di euro coprendo in sette mesi l’87% del valore registrato in tutto il 2021, nonostante la frenata degli scambi internazionali causati dalle tensioni per la guerra in Ucraina, con la riduzione nella Ue del 40% del commercio di fiore reciso e della perdita del 30% del potere d’acquisto dei consumatori dell’Unione, secondo le ultime stime del Copa Cogeca.

Occorre combattere la concorrenza sleale dei prodotti importati dall’estero facendo in modo che piante e fiori vendita in Italia ed in Europa rispettino le stesse regole su ambiente, salute e diritti dei lavoratori – rimarca il Direttore Coldiretti Asti Diego Furia; – soprattutto alla luce del difficile momento che stiamo attraversando per l’economia nazionale, prediligiamo sempre i fiori Made in Italy  acquistando direttamente dai produttori o nei punti vendita che ne garantiscano l’origine, per sostenere le imprese, l’occupazione, ambiente e territorio”.

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