Il 19 ottobre al Diavolo Rosso la proiezione del docu-film sull’attivista per i diritti umani Nasrin Sotoudeh – Dentro la notizia

ASTI –Amnesty International Asti, in collaborazione con le associazioni Noix de Kola e Diavolo Rosso,propone lavisione (a ingresso gratuito) di “Nasrin”,mercoledì19 ottobre alle ore 21, al Diavolo Rossodi piazza S. Martino 4.Il docu-film“Nasrin” (2020)diJeff Kaufman, sull’attivista per i diritti umaniNasrin Sotoudeh,avvocata, da anni volto e mente del movimento per i diritti delle donne iraniane oggi prigioniera politica in Iran,rappresenta un ritratto immersivo dedicato a lei e al movimento per i diritti delle donne iraniane, che racconta il suo coraggio politico, l’impegno per la democrazia e la giustizia, il potere delle donne di cambiare il mondo.“Nasrin” è stato girato segretamente in Iranda donne e uomini che hanno rischiato l’arresto per realizzare questo film.Durante le riprese Nasrin Sotoudeh è stata arrestata nel giugno 2018 per aver rappresentato le donne che protestavano contro la legge sull’hijab obbligatorio in Iran. Condannata a 38 anni di prigione e 148 frustate.“Nasrin”ha ricevuto il patrocinio diAmnesty International Italiacon la seguente dichiarazione: “Nasrin e tante altre coraggiose persone che difendono i diritti umani, lavorano tenacemente, sapendo benissimo a cosa andranno incontro. Lei lo sapeva da tempo, meglio di chiunque altro, avvocata, abituata a incontrare le attiviste per i diritti umani in carcere. Ma questo non l’ha fermata, non ha fermato il suo lavoro e il suo impegno. In questi decenni le autorità iraniane hanno cercato di abituarci a ritorsioni esemplari, crudeli e insopportabili, come l’accanimento contro Nasrin. Ma in verità, non ci si può abituare a questo disprezzo esibito e crudele nei confronti della dignità umana. Né si può pensare che non ci sia niente da fare”.Dicono gli organizzatori: “La proiezione del docu-film assume particolare significato in questo momento in relazione alla morte di Mahsa Amini, la giovane donna ritenuta “colpevole” di avere una ciocca di capelli fuori dal velo e per questo arrestata a Teheran dalla polizia iraniana, che regolarmente sottopone donne e ragazze ad arresti e detenzioni arbitrarie, torture e altri maltrattamenti per non aver rispettato l’obbligo discriminatorio di indossare il velo, e alla repressione violenta delle proteste per la sua morte che hanno visto le forze di sicurezza dell’Iran uccidere decine di manifestanti, anche minorenni, e ferirne centinaia di altre”.Contatti:amnestyasti@gmail.com, Facebook/Instagram @AmnestyAsti