CARO CARBURANTI KILLER: metà di quel che paghi alla pompa non è benzina I Fine Ottobre da infarto: ecco che cosa stai davvero pagando

Dove fare rifornimento per risparmiare sui costi della benzina (foto pixabay) dentrolanotiziabreak.it
Caro Carburanti Killer: mai così allarmante, la situazione sfugge di mano alle ‘tasche’ ma non a chi, conti alla mano, scopre la verità. Che, a dire il vero, è sotto gli occhi di tutti, solo che noi non ce ne rendiamo conto.
Stiamo spendendo il doppio del carburante che mettiamo in auto. O se vogliamo dirla diversamente, metà di quel che paghi alla pompa non è benzina.
Fine Ottobre da infarto per chi fa il pieno o meno: ecco che cosa stai davvero pagando, ecco che cosa ti ritrovi davvero nel serbatoio.
Ogni volta che si fa rifornimento, molti automobilisti si limitano a guardare il prezzo della benzina o del diesel senza rendersi conto di cosa realmente stiano pagando.
In Italia, infatti, circa la metà del costo alla pompa non è il carburante in sé, ma qualcosa di molto diverso che paghi e non ‘usi’ veramente. Sarebbe a dire?
Ecco che cosa stai davvero pagando alla pompa
Quello che stiamo pagando sono, in realtà, tasse e accise imposte dallo Stato. Una situazione che, per certi versi, è diventata quasi atavica e difficilmente percepibile dal cittadino comune. Il meccanismo è semplice ma impattante. Quando si versa denaro per un pieno di benzina o diesel, una quota consistente va direttamente nelle casse dello Stato, sotto forma di IVA, accise e altre imposte regionali.
L’accisa è una tassa fissa che grava sul litro di carburante, mentre l’IVA viene calcolata sul prezzo totale, quindi include anche le accise stesse. Il risultato è che il costo effettivo del carburante puro rappresenta solo una parte minoritaria della spesa complessiva, mentre il resto serve a finanziare la spesa pubblica.
Tu spendi, ma non stai mettendo benzina (non fino in fondo)
Questo meccanismo ha ripercussioni concrete sulla vita degli italiani. Aumenti internazionali del prezzo del petrolio incidono solo in parte sul prezzo finale, mentre le tasse restano elevate e fisse, contribuendo a rendere il pieno sempre più caro.
Inoltre, le imposte sui carburanti sono spesso utilizzate per interventi infrastrutturali, manutenzione stradale e spese energetiche, ma ciò non cancella la percezione di un peso economico insostenibile, soprattutto per chi utilizza l’auto quotidianamente per lavoro o spostamenti lunghi. La questione ha anche un forte impatto psicologico. Molti cittadini non si rendono conto che, pagando 2 euro al litro, solo una parte va realmente al rifornimento di energia, mentre il resto è un contributo obbligatorio allo Stato. Per questo motivo, il dibattito sulla riduzione delle tasse sui carburanti torna ciclicamente nei periodi di forte inflazione o di aumento del prezzo del petrolio, con governi che cercano soluzioni temporanee come sconti, riduzioni delle accise o bonus carburante.