Ultim’ora MINISTERO: “Producete armi, non c’è più tempo” I L’ITALIA si prepara alla GUERRA e chiama all’adunata aziende e lavoratori

ministero - wikipedia - dentrolanotiziabreak

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Ultim’ora clamorosa e dura, pesante, agghiacciante da parte del Ministero: “Producete armi, non c’è più tempo”. Oramai è deciso. L’Italia si prepara alla guerra e chiama all’adunata aziende e lavoratori. Riconversione immediata.

In questi giorni di forte tensione internazionale, alimentata dai conflitti in Palestina e in Ucraina, in Europa l’atmosfera è diventata visibilmente più tesa.

Di fronte al rischio — per molti percepito come non più puramente teorico — di un allargamento delle ostilità, diversi governi stanno iniziando a predisporre piani di contingenza che non si limitano alla diplomazia: si discute anche di misure di difesa più concrete.

Tra queste, una risposta che sta tornando prepotentemente al centro del dibattito è il riarmo industriale: la rimodulazione della produzione di alcune aziende civili verso settori a vocazione militare.

La scelta di convertire linee produttive, potenziare stabilimenti per componentistica difensiva o incentivare filiere strategiche non nasce da un impulso ideologico ma da una logica di sicurezza nazionale e di resilienza industriale.

“Presto, torniamo a produrle”

L’esperienza recente insegna che, in situazioni di crisi, la dipendenza da forniture estere può diventare un punto di debolezza: per questo molti Paesi — con riferimento anche alle mosse recenti di Germania e alle riflessioni in corso in Italia — preferiscono investire per assicurarsi la capacità produttiva interna di beni ritenuti strategici.

Tuttavia, il tema è estremamente delicato e solleva questioni politiche, etiche ed economiche. Da un lato i sostenitori argomentano che rafforzare la base industriale della difesa crea posti di lavoro, tutela sovranità e garantisce prontezza in caso di necessità; dall’altro nascono preoccupazioni sul rischio di una militarizzazione dell’economia, sulle possibili distorsioni del mercato e sul dibattito pubblico che vede parte dell’opinione contraria all’aumento della produzione bellica.

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L’Italia pensa alla riconversione

Producete armi, non c’è più tempo: forse il messaggio, detto così, è un pò’ troppo duro e secco. Ma dopo la Germania, anche l’Italia si stia iniziando a preparare a una sorta di riconversione dele fabbriche del settore auto in fabbriche belliche. Ne ha parlato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, citando il caso di Berco, una azienda metalmeccanica in difficoltà che per il ministro potrebbe aprirsi verso una «diversificazione produttiva» in ottica  difesa con il sostegno di Leonardo. Come Berco anche altre, ha suggerito il ministro. Di certo la posizione del Ministro apre un dibattito piuttosto acceso, specie in giornate delicate come queste, tra manifestazione di pace, solidarietà e un senso di bisogno di pace globale che si alimenta.