Ultim’ora – Approvato il PROIBIZIONISMO AMBIENTALE: dal 1° Ottobre VIETATO pulire i campi e potare I Contadini in ginocchio: cancellati secoli di pratica agricola controllata

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Ultim’ora – Approvato il Proibizionismo Ambientale: tutto vero, è successo sul serio, malgrado innumerevoli persone, nel settore, siano inorridite. Dal 1° Ottobre è vietato pulire i campi e potare.
Contadini in ginocchio: cancellati secoli di pratica agricola controllata. Di che cosa stiamo parlando? Ecco, è presto detto: per lo stupore di molti, nel segmento agricolo.
Le pratiche agricole che si tramandano di generazione in generazione rappresentano un patrimonio prezioso, fatto di esperienza, osservazione e dedizione.
Ogni tecnica, ogni scelta legata al lavoro nei campi non nasce mai dal caso, ma dal risultato di attente analisi, di scrupolose prove pratiche e di una conoscenza diretta del territorio e delle sue risorse.
L’agricoltura tradizionale, infatti, ha sempre avuto come obiettivo non solo la produttività, ma anche la salvaguardia dell’ambiente e la continuità delle colture nel tempo. Eppure?
Ecco che ora cambia tutto
Molti metodi ancora oggi in uso sono stati perfezionati grazie all’osservazione delle stagioni, alla comprensione dei cicli naturali e all’attenzione verso la fertilità del suolo. La rotazione delle colture, l’uso di concimi naturali, la gestione oculata delle risorse idriche sono esempi di pratiche che uniscono efficienza e rispetto per l’ambiente.
Il tutto guardando al futuro, così da affrontare le sfide del futuro senza dimenticare le radici del passato. Eppure, adesso la situazione cambia in modo vertiginoso: addirittura ti impediscono di attuare pratiche di pulizia e potatura controllata. Ovvero?
Ecco cosa hanno deciso e dove
In Emilia-Romagna è entrata in vigore una norma che vieta la combustione di sterpaglie e residui vegetali dal 1° ottobre al 31 marzo, un divieto che interessa tutti i territori della regione e che va a modificare profondamente pratiche agricole secolari. Per generazioni, infatti, contadini e coltivatori hanno gestito i resti delle potature e della pulizia dei campi attraverso piccoli fuochi controllati, considerati un metodo rapido ed economico per liberare il terreno.
Oggi, però, quella che un tempo era un’abitudine consolidata è diventata una pratica non più sostenibile dal punto di vista ambientale e sanitario. La decisione regionale si inserisce in un più ampio quadro di politiche volte alla riduzione delle emissioni inquinanti. La combustione delle sterpaglie, anche se avviene in spazi aperti e con materiali naturali, produce infatti polveri sottili e sostanze nocive che contribuiscono a peggiorare la qualità dell’aria, soprattutto nei mesi autunnali e invernali, quando le condizioni atmosferiche favoriscono il ristagno degli inquinanti. Non è un caso che il periodo interessato coincida con quello in cui i livelli di smog tendono a essere più elevati. Il divieto, naturalmente, ha sollevato reazioni contrastanti. Da un lato ci sono le associazioni ambientaliste e gli enti locali che ne sottolineano l’importanza per la salute pubblica e la tutela dell’ambiente. Dall’altro, alcuni agricoltori lamentano difficoltà pratiche e costi aggiuntivi, poiché saranno costretti a trovare soluzioni alternative per lo smaltimento dei residui agricoli, come il conferimento in apposite aree di raccolta o il loro utilizzo per la produzione di compost.