Posti di blocco, la Polizia apre WhatsApp invece dei documenti | Bastano due messaggi scritti male e paghi 3.000 €

Posto di blocco, la Polizia controlla Whatsapp (foto wikicommons) dentrolanotiziabreak.it
Venire fermati ad un posto di blocco ed essere sanzionati per una chat su Whatsapp è possibile: si rischiano fino a 3mila euro di multa.
All’alt della Polizia è obbligatorio fermarsi e il mancato arresto può comportare una sanzione altissima. Ma non è tutto: il Codice della Strada prevede che vengano esibiti alle autorità competenti tutti i documenti richiesti.
Il consiglio per tutti gli automobilisti è di avere sempre con sé un documento di identità valido, la patente, la carta di circolazione e
il contratto di assicurazione.
Oltre alla richiesta di tutti i documenti utili per il riconoscimento del conducente, la Polizia potrebbe anche chiedere di visionare la chat di Whatsapp, anche se non si viene beccati con il cellulare in mano.
Bisogna prestare massima attenzione a tutto ciò che viene scritto e comunicato ad amici e parenti: tutte queste segnalazioni potrebbero costare una multa da più di 3mila euro.
Posto di blocco, come comportarsi
Il posto di blocco è effettuato dalle forze di polizia su strada per effettuare controlli e presidiare il territorio. All’alt delle autorità, i conducenti devono fermarsi e rispondere alle domande poste dagli agenti. Come accennato, il riconoscimento degli automobilisti avviene attraverso i documenti di identità, mentre il controllo sull’auto viene effettuato per mezzo dei documenti che devono accompagnare tutti i veicoli a due o quattro ruote.
Durante un posto di blocco è consigliato collaborare sempre con le forze dell’ordine, rispondere alle richieste ed evitare di dimostrare un atteggiamento oppositivo e contraddittorio. Oltre al rispetto delle norme previste dal Codice della Strada e dall’assunzione di un atteggiamento propositivo e collaborativo, si suggerisce agli automobilisti di evitare di usare le chat Whastapp: non solo per sottrarsi a possibili multe per l’uso dello smartphone alla guida, ma anche perché queste potrebbero essere usate come documenti a sfavore. Ecco perché.
Chat Whatsapp: perché si rischia la multa
Oltre alle chat private o gruppi Whatsapp tra amici e parenti, esiste anche la possibilità di far parte di gruppi molto più ampi in cui vengono segnalati possibili posti di blocco sul territorio. Gli automobilisti potrebbero essere sanzionati se ne fanno parte: la segnalazione di polizia sulla strada non viene configurata come reato, ma come illecito amministrativo.
Tale comportamento viene punito dall’art. 45 del Codice della Strada, il quale sancisce che “sono vietati la produzione, la commercializzazione e l’uso di dispositivi che, direttamente o indirettamente, segnalano la presenza e consentono la localizzazione delle apposite apparecchiature di rilevamento della velocità utilizzate dagli organi di Polizia Stradale per il controllo delle violazioni”. La sanzione prevede la multa da 825 a 3.305 oltre alla confisca del telefono cellulare che viene considerato come oggetto della violazione.