Piemonte, ghiacciai in ritirata: montagne fragili e nuovi rischi | Cosa sta succedendo

Piemonte (Francesco Panetta Pexels) Dentrolanotiziabreak-it (1)
I ghiacciai piemontesi arretrano e si trasformano in laboratori a cielo aperto: il futuro delle Alpi è a rischio.
Cosa accade quando il ghiaccio che per secoli ha modellato le montagne scompare a vista d’occhio?
I paesaggi alpini mutano, i rischi si moltiplicano, la natura sembra ribellarsi. È la fotografia di un Piemonte che, sotto la pressione del riscaldamento globale, assiste al collasso delle sue vette.
Ma proprio in questo scenario fragile nasce anche una speranza. La ricerca scientifica trasforma le ferite della montagna in un laboratorio vivo, capace di raccontare il futuro del Pianeta.
La situazione è ad alto rischio, ma ancora qualcosa si può fare.
Montagne che cambiano volto
In Piemonte i ghiacciai non si limitano più ad arretrare, ma trascinano con sé una lunga serie di conseguenze. L’instabilità del terreno, i crolli dalle pareti rocciose e le colate di fango sono diventati fenomeni sempre più frequenti. Le Valli di Lanzo e il Pian della Mussa ricordano ancora le ferite dell’alluvione del 2023, quando interi versanti furono sconvolti da piogge torrenziali e frane. È in questi luoghi che la “Carovana dei ghiacciai” ha portato la propria tappa piemontese, mostrando come l’innalzamento dello zero termico stia ridisegnando l’intero ecosistema alpino.
Gli studi sul campo parlano chiaro. Il ghiacciaio della Bessanese, che nell’Ottocento copriva quasi due chilometri quadrati, oggi si è ridotto a meno di un terzo della sua superficie originaria. Simile destino per la Ciamarella, dimezzata in appena 150 anni e con milioni di metri cubi di ghiaccio persi nell’ultimo decennio. Sono solo due esempi dei 107 ghiacciai piemontesi, tutti in rapido arretramento: un patrimonio naturale che rischia di scomparire entro poche generazioni.
Un laboratorio a cielo aperto
Eppure, in mezzo a questo scenario di fragilità, le montagne piemontesi stanno diventando un centro di ricerca unico in Italia. Il bacino glaciale della Bessanese, nei pressi del rifugio Gastaldi, ospita un’area sperimentale attrezzata dove Cnr, Arpa Piemonte e Fondazione Glaciologica Italiana monitorano ogni dettaglio della trasformazione in atto: dalla temperatura delle rocce alla stabilità delle morene, dalla fusione dei ghiacci alla biodiversità. È un osservatorio privilegiato che consente di capire come reagisce l’alta quota ai cambiamenti climatici.
Questa esperienza, affiancata ai monitoraggi internazionali in Svizzera e Germania, rappresenta un modello da seguire per l’Europa. Non solo scienza, ma anche sensibilizzazione: la campagna invita cittadini e istituzioni a comprendere i rischi, ridurre le emissioni e adattare i territori. Il Piemonte diventa così specchio di un destino globale: montagne che crollano ma che, grazie alla ricerca e alla consapevolezza collettiva, possono ancora insegnare come affrontare la sfida climatica.