LEGGE 104 | È arrivata la sentenza della Cassazione: “Impossibile utilizzare i permessi”, cosa cambia nel dettaglio

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Arrivata la sentenza da parte della Cassazione in merito alla Legge 104 e rende impossibile l’utilizzo dei permessi.
Quella che ha colpito migliaia di lavoratori è un’ondata di confusione e preoccupazione. Sui social si sono innescate delle importanti reazioni, esattamente come succede anche negli ambienti sindacali. Ci dicono che non si possono più utilizzare i permessi 104, questo vuol dire che vengono torti dei diritti importanti?
In realtà, ancora una volta occorre comprendere a cosa ci si sta riferendo per riuscire ad avere delle idee ben precise.
Quindi, dietro all’idea che i permessi possano in qualche modo essere compromessi, manda tutti nel panico, ma è consigliabile comprendere cosa sta realmente succedendo.
Ecco allora tutta la realtà.
Senza permessi quello che resta è il panico
Ovviamente, come spesso succede in giurisprudenza, il caso concreto nasce da una vicenda arrivata ai giudici: Lucia, impiegata presso un’azienda privata, ha chiesto regolarmente due giorni di permesso ai sensi della Legge 104/1992, per assistere la madre con disabilità grave; ma il dirigente le ha negato il permesso dicendole di sfruttare le ferie residue. Questo comportamento ha suscitato un legittimo dubbio, in merito al quale ci si chiede se un comportamento di questo genere sia regolare.
In molti hanno interpretato che l’uso dei permessi potesse essere subordinato alle ferie. Ma a conti fatti, sembra che non sia propriamente così.

Nessuna possibilità di subordinazione
La Corte di Cassazione non ha affatto annullato o ridotto i diritti previsti dalla Legge 104, ma anzi ha confermato le sentenze più rilevanti. Le sentenze più importanti in merit0 sono: la n. 3209/2016 e la n. 14468/2018 che descrivono il tutto come un diritto.
Quindi usare le ferie al posto dei permessi 104 non è possibile. Nel caso in cui il datore di lavoro faccia anche solo un tentativo in tal senso, esso altro non è che una violazione del diritto e può essere denunciato. Un comportamento questo che rientra nei casi di abusi, il lavoratore può rivolgersi al sindacato, all’ispettorato del lavoro o a un avvocato del lavoro. La novità a riguardo non sta dunque in una sentenza nuova, che va a togliere i diritti, ma piuttosto nell’ennesima conferma della piena tutela garantita dalla regione nei confronti di coloro che si trovano in situazioni di questo genere. Nessun diritto è stato dunque cancellato, anzi nel limite del possibile occorre informarsi se in passato è stato commesso un altro errore.