Baldichieri e i fossili: i denti di delfinide e la conchiglia Bufonaria marginata – Dentro la notizia
Vissero nello stesso tempo e nello stesso mare, ma non s’incontrarono mai: sono ildelfinidee laconchigliadel Pliocene (tre milioni e mezzodi anni fa) ritrovati aBaldichierie protagonisti della prima puntata del ciclo di racconti “Fossili e Territori“.Da oggi, lunedì 19 aprile, il reportage si può leggere suhttp://www.astipaleontologico.it: un modo diverso, pensato dal Distretto Paleontologico dell’Astigiano e del Monferrato, per scoprire nell’arco di un anno, con un’uscita al mese sul web,i nuovi pezzi del Museo Paleontologicosituato a Palazzo del Michelerio. Non a caso il progetto ha la collaborazione del Parco Paleontologico Astigiano.Ma approfondiamo la conoscenza del delfinide e della conchiglia secondo il racconto proposto dalla giornalista e scrittriceLaura Nosenzo. Anzitutto del primo, ritrovato nella terra di Baldichieri, sono conservati in museo13 dei 56 dentiche il mammifero marino poteva avere in bocca.L’esemplare era tutt’altro che affascinante: “assomigliava piuttosto a un’orca, aveva una struttura parecchio robusta che ne appesantiva il movimento e, soprattutto, un muso e un capoccione che gli conferivano un aspetto non proprio bello a vedersi”. La conchiglia (Bufonaria marginata), invece,sinuosae attorcigliata su se stessa, aveva una forma tondeggiante. Entrambi “vivevano nelle acque calde e cristalline del Mare Padano, che oggi diremmo tropicali, maa profondità differenti(dal pelo d’acqua al fondale c’erano più o meno 45 metri), e quindi il mammifero e la conchiglia non s’incontrarono mai, finendo per vivere uno all’oscuro dell’altra”.LaBufonaria marginataa un certo punto siestinsee il fatto di averla casualmente ritrovata, poco tempo fa, nel cortile di casa delprimo cittadino Gianluca Forno, dove nel tempo si è conservato un piccolo giacimento fossilifero, costituisce unfatto eccezionale. La conchiglia, infatti, è da considerarsi unfossile guida: “così detto perché la sua presenza segna il tempo in cui è vissuto, consentendo di datare in modo certo lo strato fossilifero che lo ha protetto. Quindi, per capirci, quel grosso banco di terra collinare che il sindaco ha nel cortile di casa conserva conchiglie, o frammenti di esse, vissute non meno di 3 milioni di anni fa”.Anche il ritrovamento dei resti del delfinide, morto intorno ai 30 anni adagiandosi sul fondo del mare, rappresenta unascoperta straordinariaper l’alto rischio di dispersione dei denti (dodici interi e uno spezzato, ma tutti perfettamente conservati) che, invece,a metà dell’Ottocentofinirono nelle mani degli esperti.Tante altre curiosità si possono scoprire nel primo racconto di “Fossili e Territori” che documenta la ricchezza paleontologica, ancora oggi, della terra baldichierese e, più in generale, dell’Astigiano.Suggestive fotografieaiutano a scoprire com’era in origine il delfinide, a stupirsi di fronte alla forma perfetta dellaBufonaria marginatae a meglio comprendere come i luoghi astigiani siano ancora ricchissimi di testimonianze del Mare Padano.Il racconto di Laura Nosenzo conta sulla consulenza diPiero Damarco, paleontologo e conservatore del Museo Paleontologico astigiano; dalla prossima puntata (a maggio si parlerà della balenottera di Cà Lunga di San Damiano) anche del naturalistaFederico Imbriano.L’inedito viaggio proposto dal Distretto propone infinesei luoghi di particolare interesse, sotto l’aspetto storico, ambientale e artistico, che si possono trovare a Baldichieri o nelle sue vicinanze: il Sentiero del conte e l’ex castello in paese, la riserva naturale dei fossili di Valle Botto ad Asti, il Frutteto della Memoria e il Centro per il recupero della fauna selvatica a Tigliole, la chiesa romanica di San Secondo a Cortazzone.Leggi altri articoli suhttps://dentrolanotiziabreak.it/sulla nostra Pagina Facebookhttps://www.facebook.com/dentro.lanotizia/e su Twitter @DNotizia